L’Institut du Monde Arabe di Parigi ospita fino al 29 marzo la spettacolare mostra Bonaparte et l’Égypte. Si faccia attenzione alla congiunzione presente nel titolo: l’esposizione infatti non è dedicata a Napoleone, anzi al generale Bonaparte, in Egitto, ma all’eroe della campagna d’Italia e alla terra del Nilo.
Il percorso si apre dando spazio ai libri per sottolineare il ruolo che giocarono prima e dopo la spedizione egiziana. Prima, come fonti d’informazione, ma più spesso di deformazione che contribuirono a creare il sogno dell’Egitto, paese maturo per essere riportato alla civiltà attraverso la conquista della repubblica fondata sui principi dell’Illuminismo (ovviamente per i fautori dell’intervento armato). Poi per la diffusione delle scoperte di quella che sarebbe diventata qualche anno dopo una nuova scienza, ovvero l’egittologia, nata con la decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion. E la presenza di una copia della celebre stele di Rosetta allude tra le righe (è il caso di dire) alla rivincita dei Francesi che seppero sciogliere per primi l’enigma della lingua dei faraoni nonostante il documento trilingue fosse in mano agli Inglesi. Ma come ci è finito a Londra e come poté Champollion studiare la stele? Bonaparte ebbe l’accortezza di aggregare alla spedizione militare un ricco, variegato ma soprattutto preparato stuolo di sapienti (i famosi savants) che nel brevissimo e assai travagliato soggiorno egiziano seppero raccogliere una mole sterminata di informazioni.
Disegnarono, scoprirono, inventarono e inventariarono, copiarono, imbalsamarono, tradussero e interrogarono i locali con la loro sete di sapere figlia dell’Enciclopedia. Tra le infinite cose che fecero, ebbero l’intuito di realizzare un calco della stele rinvenuta casualmente a Rosetta e studiando proprio questo calco, anni dopo, Champollion svelò l’arcano dei geroglifici: agli Inglesi la pietra, ai Francesi la gloria (ma qui parla l’appassionato napoleonico che alberga in chi scrive).
Desta emozione poter vedere nella stessa sala il gigantesco pugno di una statua faraonica e la tavola della Description de l’Egypte che ritrae il suo ritrovamento: lo iato del tempo pare per un istante azzerarsi e ci si sente contemporanei di quei pionieri dell’egittologia che lavorarono in condizioni proibitive, per il clima, lo stato di guerra e guerriglia ininterrotto, le malattie e le privazioni.
Ci sono numerosi cimeli di grande importanza storica e di alto valore artistico, come alcune tavole della già citata Description de l’Egypte curata da Vivant-Denon, strumenti scientifici, lettere e proclami di Bonaparte, i ritratti degli Emiri a capo del governo imposto dai Francesi (eseguiti dall’italiano Michele Rigo), le vignette satiriche della stampa inglese, contraltare tutt’altro che disinteressato della propaganda francese, quadri della corrente “orientalista” ispirati alla campagna egiziana, come l’enigmatico Oedipe e l’altrettanto affascinante Le Général Bonaparte au Caire, entrambi di Jean-Léon Gérôme.
Una delle parti più spettacolari della mostra è senza dubbio la sequenza di tre grandi tavole dedicate rispettivamente alle battaglie del Monte Tabor, delle Piramidi e di Aboukir. Per quanto riguarda quest’ultima, i cultori dell’epopea napoleonica sanno bene che si tratta della seconda battaglia passata alla storia con questo nome, ovvero quella terrestre, mentre la prima, combattuta nelle acque antistanti Alessandria, la vinse la flotta di Nelson ed ebbe conseguenze ben più importanti, anzi decisive, segnando in pratica sin dall’inizio il destino dell’intera spedizione. L’esercito francese rimaneva infatti prigioniero del paese conquistato e avrebbe finito col capitolare, come infatti fece nel 1801.
Ma Bonaparte se n’era già tornato in Francia per seguire da vicino l’evolversi della situazione politica e contribuire al superamento della Rivoluzione e alla fine della Repubblica attraverso il Consolato e poi l’Impero. Ma questa è un’altra storia.
Saul Stucchi
Informazioni
NB: la mostra sarà poi esposta al Museo di Belle Arti di Arras (nella regione di Nord-Pas de Calais), dal 16 maggio al 19 ottobre 2009, arricchita da un’apposita sezione dedicata all’archeologo Auguste Mariette.
Bonaparte et l’Egypte. Feu et lumières
Fino al 29 marzo 2009
Institut du Monde Arabe
1, Rue des Fossées-Saint-Bernard
Place Mohammed V
Parigi
Metro: Jussieu; Cardinal-Lemoine; Sully-Morland
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00, tranne il lunedì; il giovedì la chiusura è alle 21.30; nei weekend l’orario è dalle 10.00 alle 19.00
Biglietto: intero 10,50 €; ridotto 8,50-6,50 €
Informazioni: www.imarabe.org
Didascalie:
Jean-Léon Gérôme
Le Général Bonaparte au Caire
1867-1868
Hearst Memorial Castle, San Simeon
Hearst Memorial Castle
photograph by Victoria Garagliano /© Hearst Castle®/ CA StateParks
Lejeune
La bataille d’Aboukir, 25 juillet 1799
Musée national du Château de Versailles
Versailles MV 6856 (C) RMN – ©Gérard Blot / Jean Schormans